Instagram, così le celebrità potranno fare pubblicità senza barare

Dopo le polemiche con vip e star di mezzo mondo, Instagram introduce un'etichetta chiara per i post promozionali. Ma quanto guadagnano davvero le star sui social?
Fino a 300 mila dollari per un post. Il capitale social dei personaggi famosi è a prova di like
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Vip e celebrità su Instagram fanno troppo spesso i furbi quando si parla di pubblicità. Per semplificare, inseriscono nei loro scatti e nelle loro foto prodotti e servizi a volte in modo palesemente promozionale altre volte facendoli passare come oggetti di loro uso quotidiano. Si tratta di brand di vario tipo che pagano decine o centinaia di migliaia di euro per queste campagne subdole: effettuare sponsorizzazioni è ovviamente lecito ma sarebbe gradito, anche sui social, che la questione fosse chiara. E invece, in virtù di regole poco chiare, il Far West continua.

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Le celebrity sono infatti finite diverse volte nell’occhio del ciclone. Lo scorso gennaio la Competition and Markets Authority, agenzia governativa inglese che tutela la concorrenza, ha tuonato contro la pubblicità indistinguibile da contenuti comuni per diverse decine di personaggi popolari. Chi si era spinta molto oltre era stata, mesi prima, la Federal Trade Commission statunitense – che per la prima volta affrontò la questione del videogame Middle Earth: Shadow of Mordor, promosso arrulando PewDiePie e numerosi youtuber, e quella dei grandi magazzini Lord and Taylor di Manhattan – chiedendo alle star di sport, spettacolo, moda e in generale agli influencer di rendere riconoscibili le loro ricche sponsorship: per esempio inserendo sotto ai post gli hashtag #ad o #advertising per informare i follower che si tratta di pubblicità.

Molti personaggi noti anche italiani, da Belén Rodriguez a Chiara Ferragni, sono stati travolti da simili polemiche. Tanto che, nel caso della blogger di moda, sotto alcuni degli scatti più recenti pubblicati sul suo profilo è magicamente spuntata la scritta #ad.

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Intanto anche Instagram si è mossa e ha appena lanciato una formula che apparirà sotto al nome dell’utente, dunque in alto e non fra gli hashtag o le didascalie, quando si tratti di contenuti simili: dirà più o meno “Partnership a pagamento con XY”. In inglese “Paid partnership with”. La dicitura apparirà anche nelle Storie. Questo appunto per segnalare che quel tale vip sta salendo su quella macchina o fotografando quelle scarpe dietro pagamento o comunque accordo commerciale con un marchio. Il terreno rimane in ogni caso scivoloso ma almeno l’azienda ha preso posizione e si è schierata dalla parte delle diverse autorità che a livello nazionale controllano concorrenza e comunicazioni.

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D’altronde un’indagine pubblicata da Mediakix raccontava pochi giorni fa che il 93% dei post promozionali delle 50 celebrità più seguite (monitorate per un mese) non rispettavano gli standard della statunitense FTC. Cioè promuovevano oggetti, brand e servizi senza alcun avviso agli utenti. In compenso quando verrà utilizzato questo tag le aziende avranno accesso a una serie di informazioni e statistiche riguardanti il coinvolgimento creato da quel contenuto.